…i nostri primi 40 anni di vita!

Nel lontano Gennaio del 1976 alcuni intraprendenti Capi della vicina cittadina di Anzio decidono di promuovere l’avventura scout anche a Nettuno.

Grazie all’ospitalità di Don Angelo Guercini, Parroco di S. Anna, Oreste Gubitosi, Enrico Di Fazio, Gianfranco e Betty Gubitosi e Walter Nitti realizzano senza non poche difficoltà il loro sogno nel quartiere di Cretarossa che al tempo veniva indicata come una delle periferie della città di Nettuno.

A livello nazionale in questi anni le due associazioni scoutistiche A.S.C.I. (maschile) e A.G.I. (femminile) si fondono insieme per dare vita all’A.G.E.S.C.I.

Benché le due associazioni abbiano alle spalle una propria storia ed una particolare cultura, il metodo scout resta sempre quello ideato da Baden Powell, semplice e diretto…che, come si usa dire: “entra dai piedi”.

Il metodo scout utilizza, fin dalle origini, tre metafore di riferimento fondamentali per “disegnare” gli ambienti significativi in cui collocare le differenti attività educative, che possono essere così sintetizzati:

  • la giungla con la sua “pista” e i suoi personaggi carichi di significati morali;
  • la frontiera al di là del mondo civilizzato, il sentiero da percorrere con rispetto e attenzione nella natura e con l’ausilio delle diverse tecniche che consentono di acquisire sicurezza capacità di vivere in un ambiente difficile;
  • il fiume lungo il quale imparare a guidare la propria canoa superando scogli e difficoltà ed acquisendo la piena padronanza delle proprie capacità di scelta. Successivamente, la metafora della canoa sul fiume verrà sostituita da quella della strada con i suoi richiami al peregrinare verso una meta alla scoperta degli altri, al superamento delle proprie pigrizie, alla resistenza alla fatica.

Tornando alla nostra storia, c’è da ricordare che il Gruppo (già dai primi anni della sua vita) oltre alle tipiche attività educative rivolte ai ragazzi, si impegna nel sociale in campo nazionale nel dopo terremoto in Irpinia ed internazionale a Lourdes.

Il numero degli iscritti lievita di anno in anno e già nella seconda metà degli anni Ottanta si arriva a quota settanta.

I Capi iniziano ad essere insufficienti per coprire tutti i ruoli nelle branche; è necessario ricorrere all’inserimento di nuove sinergie: si pensa allora all’ingresso di persone “extra associative”, cioè non provenienti dal mondo scout.

In breve tempo, sia i Rover già in servizio che i nuovi entrati, concludono il loro cammino di Formazione per diventare Capi dell’Associazione Scout Cattolici Italiani (A.G.E.S.C.I.).

Inizia una nuova era per il Gruppo, segnata da una maggiore attenzione all’azione educativa e a molteplici iniziative.

Primo tra tutti i ricordi, c’è il famoso “Campo dell’Avventura” nell’estate dell’88, realizzato a seguito di un’idea nata durante una piacevole cena di Comunità Capi. Nel giro di un trimestre il sogno diventa realtà portando, a bordo di un pullman stracarico di tende e bagagli, una sessantina di scatenatissimi scout e genitori alla conoscenza di Parigi, Londra e Amsterdam, attraverso un tour storico-culturale di eccezionale bellezza.

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